mercoledì 18 maggio 2011

Il Calcio Balilla

   Il calcio balilla   è un gioco che simula una partita di calcio, in cui i giocatori manovrano, in un tavolo da gioco apposito con sponde laterali, tramite barre (o stecche), le sagome di piccoli giocatori (detti omini o ometti), cercando di colpire con essi una pallina per spingerla nella porta avversaria. Tale pallina è solitamente realizzata in materiale plastico bianco, piena, con diametro dai 32 mm a 34 mmIl calcio balilla, è un gioco inventato dallo spagnolo Alejandro Finisterre, che sembra abbia avuto l’idea mentre si trovava ricoverato in un ospedale a Madrid per le ferite riportate in un bombardamento durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1939). Finisterre era rimasto molto colpito dai numerosi bambini ricoverati che, a causa delle ferite di guerra, non potevano più giocare a calcio e per questo, ispirandosi al tennis da tavolo, aveva realizzato con l’aiuto di un amico carpentiere, Francisco Javier Altuna, una versione del calcio che poteva essere giocata all’interno e in condizioni fisiche non ottimali. I primi tavoli da gioco erano realizzati con piani da gioco con sponde alte, stecche di legno e, al posto degli attuali omini, dei pezzi grezzi di legno: modelli certo molto diversi rispetto a quelli iper-tecnologici realizzati oggi, ma con lo stesso obiettivo. In Italia, la diffusione vera e propria del calcio da tavolo è iniziata al termine della Seconda guerra mondiale, quando dei rudimentali biliardini sono stati utilizzati, con buoni risultati, per la riabilitazione dei reduci di guerra. Da questo uso, probabilmente, è derivato il nome di calcio-balilla. La produzione industriale è invece iniziata in Francia nel 1947 quando il marsigliese Marcel Zosso ha creato i primi biliardini in serie simili a quelli che conosciamo oggi. Il successo è stato immediato, soprattutto nel sud del Paese, tanto che Zosso ha iniziato a esportare all’estero la propria attività. Nel 1949 Zosso è arrivato in Italia dove, curiosamente, ha trovato dei fornitori tra i produttori di casse da morto. La famiglia Garlando è stata tra le prime a produrre calcetti: nel 1950 è stato realizzato il primo di una lunghissima serie, visto che oggi Garlando è diventato leader mondiale del settore. Negli anni ’50 il calcetto si è diffuso anche negli Stati Uniti d'America, anche se per il boom vero e proprio si è dovuto attendere qualche anno, quando i soldati americani che avevano combattuto in guerra in Europa sono ritornati a casa e l’hanno fatto conoscere a parenti e amici. Oggi il biliardino è diffuso in tutto il mondo ed è considerato un vero e proprio sport, con tanto di federazioni, associazioni e campionati. Dagli anni ’50 la disciplina ha iniziato ad assumere le caratteristiche di sport, grazie all’organizzazione di tornei. A Parigi si è svolta la prima Coppa del Mondo nel 1998, giocato su tavoli Bonzini.

Esistono diversi tipi di tavoli da calcetto e stili particolari legati ai paesi di provenienza. Esistono gli stili francese, americano, italiano, belga e cinese. Le marche più famose dei tavoli sono Garlando, Bonzini, Tornado, Roberto-Sport, Eurosoccer, Kicker, Löwen-Soccer, Warrior, Lehmacher, Leonheart. Normalmente, la lunghezza di un tavolo da calcio balilla oscilla tra i 110 e i 120 centimetri, mentre la larghezza va dai 65 ai 72 centimetri, con rampe agli angoli e qualche volta ai lati per evitare i “punti morti”, in cui la pallina rischierebbe di fermarsi. Tradizionalmente ci sono otto file di omini da calcetto, quattro per ognuna delle due squadre, distinte dai colori rosso e blu. Ogni formazione ha 3 attaccanti, 5 centrocampisti, 2 difensori e un portiere. La velocità della pallina può arrivare a 64 chilometri all’ora durante una competizione. È un gioco simbolo delle sale da giochi, in particolar modo degli oratori. I tavoli ufficiali dell'ITSF sono cinque: Bonzini, Garlando, Roberto Sport, Tecball e Tornado.Il giusbalino (o jusbalino) è la variante del calcio balilla realizzata per due giocatori; nel tavolo sono presenti solo quattro stecche, con portieri e coppie di difensori

Federico Surdo e Andrea Zacheo

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